di
Maurizio Barbagallo
nel 1999, un po' alla ricerca delle mie radici, percorsi
la GTA (grande traversata delle Alpi) da Ceresole Reale al Monviso e
l'anno successivo fino al Mare. Fu una scoperta scoprire che, su
sentieri che pensavo abbandonati, camminavano trekkers di tutta
Europa e che, accanto a scomode e fatiscenti posti tappa, esistevano
strutture ricettive di alto livello nate apposta per questo tipo di
viaggiatori. Il luogo che più mi sorprese fu però la Val Maira,
avevo lontani ricordi di avventurosi viaggi con amici neopatentati
per andare ad arrampicare alla Torre Catello interrotti a causa delle
esercitazioni militari e ora mi ritrovavo una valle incontaminata
dove la quantità e la qualità dei servizi offerti agli
escursionisti era nettamente superiore alle altre zone attraversate.
Negli anni successivi ho accompagnato molte persone in questa valle e
nel 2011 ho avuto la fortuna di conoscere (ha viaggiato con me nel
Nizza-Sanremo) Ines Cavalcanti di Chambra d'Oc. Ines è una forza
della natura (come hanno potuto constatare i camminatori del Sentiero
Occitano 2011che l'hanno incontrata ad Elva) ed è grazie a persone
come lei che si è potuto assistere alla “rinascita” di questa
Valle.
Nel
viaggio Il sentiero occitano del 2012
http://www.thetisdesign.it/viedeicanti/viaggio.asp?id=384
Ines incontrerà il gruppo la sera che saremo a Chiappera.
La collaborazione con Chambra d'òc ha portato Vie dei Canti a proporre nel 2012 un Nuovissimo viaggio alla scoperta dell'area Franco Provenzale da Aosta a Susa http://www.thetisdesign.it/viedeicanti/viaggio.asp?id=387 con noi ci sarà una delle giovani di cui parla nell'intervista Ines: Teresa Geninatti.
La collaborazione con Chambra d'òc ha portato Vie dei Canti a proporre nel 2012 un Nuovissimo viaggio alla scoperta dell'area Franco Provenzale da Aosta a Susa http://www.thetisdesign.it/viedeicanti/viaggio.asp?id=387 con noi ci sarà una delle giovani di cui parla nell'intervista Ines: Teresa Geninatti.
Intervista
a Ines Cavalcanti di Chambra d'òc
Ines, dove sei nata?
A Elva un bellissimo paese occitano in
Alta Valle Maira. Correva l’anno 1951, Elva era ancora un paese
abitato da più di 500 persone. Si praticava il monolinguismo, la
lingua parlata era l’occitano, fino a sei anni. Si iniziava a
sentire il suono della lingua italiana quando si iniziava ad andare a
scuola.
E' vero che a 5 anni guardavi le
vacche al pascolo da sola sopra Elva?
Certo a quei tempi tutti i bambini
lavoravano. I miei avevano 20 mucche e io o mio fratello Guido (che
non poetava ma guardava le mucche!) andavamo al pascolo. Si partiva
la mattina alle ore 7 e si ritornava la sera verso le 19. Si mangiava
al sacco del pane con del formaggio e a pranzo tutti i bambini si
ritrovavano quando le mucche facevano la “chauma” per giocare un
po’ insieme. Se devo dire non era una vita triste. Forse lo è di
più quella di un bambino figlio unico oggi costretto a restare
giornate intere in un appartamento a giocare da solo o guardare i
cartoni in tv.
Dove vivi?
A Roccabruna un paese di fondovalle
della Valle Maira
Riesci a sintetizzare in poche righe
cosa vuol dire appartenere alla cultura occitana?
Vuol dire appartenere ad un popolo
diffuso su tre stati Italia, Francia e Spagna che nonostante le
persecuzioni, nonostante non abbia mai avuto un proprio Stato
condivide valori comuni quali ad es. i valori trobadorici “Jòi”(gioia
di vivere), “Parate” (lealtà, pari opportunità), “larguessa”
(generosità) e una lingua comune che ha origini antiche e che ha
rappresentato in un certo momento storico un simbolo di libertà alle
oppressioni. Vuol dire credere nel valore della diversità, tante
lingue, tanti modi di definire e di vedere le cose, di vedere il
mondo, di confrontarsi ognuno partendo dalle proprie radici.
Cosa è Chambra d'òc?
E’ un’Associazione che si occupa
della promozione del territorio di lingua e cultura occitana in
Italia e che collabora con tutto il territorio d’oc
transfrontaliero.
Quando è nata Chambra d'òc?
Nel 1990
Quali sono i più importanti
progetti che ha sviluppato Chambra d'òc?
L’appello in occasione delle
olimpiadi invernali Torino 2006 “Occitan lenga oficiala” con
tutto il lavoro che ne è derivato, i cammini l’Occitània a pè:
1350 km. in viaggio da Vinadio a Vielha in Val d’Aran attravesando
l’Occitania in 70 giorni di viaggio, Las Valadas Occitanas a pè,
30 giorni di cammino da Olivetta San Michele ad Exilles, corsi di
lingua, manifestazioni ed eventi. Inoltre abbiamo collaborato
all’apertura di un Dipartimento di Musica Occitana che prevede
corsi di vari livelli con diploma finale di strumenti di musica
occitana presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di
Saluzzo. Stiamo facendo un lavoro enorme di raccolta della memoria,
di web tv in lingua sul sito www.chambradoc.it
e inoltre teniamo mensilmente la news bilingue Nòvas d’Occitània.
Quali sono i progetti che state
sviluppando attualmente?
Carovana Balacaval 2012. Dopo il
successo del tour 2011della compagnia di musicisti e attori in
viaggio con carrozze e cavalli che in quattro mesi ha portato 54
serate di spettacolo e coinvolto 26 enti del territorio tra parchi
naturali, comuni, cascine, banche, cooperative, nelle provincie di
Cuneo e Torino, la carovana Balacaval ritorno tra maggio e settembe
2012. Il nuovo tour della compagnia di artisti questa volta
comprenderà l’intero Piemonte e ne travalicherà i confini.
Poi altri progetti transfrontalieri e
territoriali. Il 31 marzo saremo a Tolosa con due pullman per
partecipare alla manifestazione “Anem. Oc. Per la lenga occitana!”
dove è prevista la partecipazione di 25.000 persone.
Come sono cambiati i rapporti con le
istituzioni alla luce dei tagli adottati dai governi alla cultura?
Con la Regione Piemonte si tribola
moltissimo perché non c’è più nessuna programmazione culturale.
Al di là dei tagli che sono drammatici non c’è più alcun
discorso logico, alcuna presenza sul territorio, alcuna
programmazione. Con lo Stato non è che prima ci fosse una grande
collaborazione. Ma di sicuro oggi è ancora peggiorata. Come si dice:
non c’è mai limite al peggio!
Come vedi il futuro dell'
Associazione?
Noi continuiamo a lavorare, Abbiamo un
bel gruppo di giovani che lavorano per settori e per progetti. Certo
se non c’è una politica complessiva territoriale molto lavoro non
da il risultato sperato. Ma non è demerito nostro. Il lavoro che
facciamo serve sia a livello sociale che come crescita nostra
personale.
Accompagno gruppi in Val Maira dal
2005 e ho visto una notevole crescita dell'interesse dei camminatori
verso questi luoghi e sulla cultura e lingua occitana, tu pensi che
il modello turistico ambientale della Val Maira se esiste un
modello, sia replicabile anche in altre realtà alpine come ad
esempio le valli di lingua Franco Provenzale?
Certo ma per fare questo ci vuole una
politica territoriale coerente. Il modello Val Maira l’abbiamo
sviluppato in un periodo politicamente fortunato (non a livello di
soldi ma di idee e di persone) con una Giunta di Comunità Montana
(di cui facevo parte ) che aveva il progetto di investire su uno
sviluppo sostenibile legato al cammino, alla cultura e all’ambiente.
E il modello ha tenuto anche in presenza di Giunte successive che in
questo sviluppo non credevano per nulla.
Intervista
a Teresa Geninatti
Teresa, dove sei nata?
Sono nata a Torino
Dove vivi?
Da quando sono sposata vivo in Valle
(Valli di Lanzo), ma dormo a Torino: siccome mi occupo di lingua e
cultura francoprovenzale trascorro la gran parte della giornata in
valle, ma la sera torno a Torino, per poi tornare su il mattino dopo
… sono una pendolare al contrario.
Dove sono le tue radici?
In valle, in montagna.
Riesci a sintetizzare in poche righe
cosa vuol dire appartenere alla cultura francoprovenzale?
Il francoprovenzale è una lingua,
anzi, meglio, è un insieme di parlate, anche diverse tra loro.
Perciò per me non è tanto una questione di “cultura
francoprovenzale”, quanto un appartenere ad una minoranza
linguistica e per me è una responsabilità: la scommessa sul suo
futuro dipende da me, mi coinvolge in prima persona. Basti pensare
che su tre fratelli e cinque cugini, sono l’unica in famiglia, tra
i giovani, a parlare francoprovenzale. In questo mi sento
responsabile, nel sentirmi investita di una ricca eredità millenaria
ed essere nella condizione di dover scegliere se lasciarla morire o
trasmetterla in tutti i modi possibili.
Quando hai iniziato a occuparti di
lingua e cultura francoprovenzale?
Devo fare una premessa. Il
francoprovenzale è la lingua materna di tutta la mia famiglia
paterna, è viva ed è comunemente parlata da nonni e zii. Perciò
sono stata immersa in questo contesto linguistico da sempre, tanto
che da bambina parlottavo francoprovenzale. Poi con le scuole medie a
Torino, la frequentazione della valle nei fine settimana e durante le
vacanze … il mio interesse per la lingua si è inconsapevolmente
affievolito, lasciando il posto all’italiano e a due lingue
europee. Poi un giorno, ero già grande, verso la fine
dell’università, ho avuto un’illuminazione: mio papà era al
telefono con la nonna e passando ho colto i brandelli di una
conversazione… nella mia mente si è accesa la punta di una
domanda: “Ma quando la nonna non ci sarà più, il mio papà con
chi parlerà la sua lingua materna? Voglio davvero lasciare che il
suo mondo interiore venga meno?” Così, in tutta risposta, ho
ricominciato a parlare francoprovenzale (parlare una lingua materna è
un po’ come andare in bicicletta, non si dimentica mai!), nel
frattempo ho frequentato un master sulla lingua e cultura delle
minoranze linguistiche storiche del Piemonte, per specializzarmi. Da
allora… non riesco più a smettere!
Quali sono i più importanti
progetti che hai sviluppato in questo ambito?
Ho avuto la fortuna di collaborare a
diversi progetti Regionali e Provinciali, nonché con la Comunità
Montana Valli di Lanzo e l’Istituto Comprensivo di Ceres.
Sicuramente i progetti dei quali sono più orgogliosa sono da un lato
l’aver partecipato a “Lou Tsamìn Francoprouvénsal”,
dall’altro la collaborazione con la scuola e la cartellonistica
stradale in doppia lingua (realizzata con Chambra d’Oc), visto che
era un progetto che avevo creato da parecchio tempo e si è potuto
realizzare con la collaborazione di Chambra.
Quali sono i progetti che stai
sviluppando attualmente e quelli futuri?
Lavorando con Chambra d’Oc non ci si
annoia di certo! In questo momento stiamo lavorando alla creazione di
uno spazio linguistico francoprovenzale: sul sito di Chambra d’Oc,
nella sezione dedicata alla rete degli enti, è possibile trovare
numerose testimonianze linguistiche, attraverso la raccolta di testi
scritti in lingua sia attraverso filmati volti a testimoniare, aldilà
degli specifici contenuti, l’utilizzo della lingua, il suo uso
quotidiano, le scelte linguistiche dei locutori. Sono presenti
inoltre i frutti delle attività svolte, negli anni, dagli Sportelli
Linguistici.
Come sono cambiati i rapporti con le
istituzioni alla luce dei tagli adottati dai governi alla cultura?
Più che altro come è cambiato il
nostro lavoro e come cambierà il lavoro in seguito ai tagli….
Purtroppo a oggi non è possibile fare progetti articolati: ogni
attività si riduce ad un exploit che però non prevede una
continuità sul territorio nel tempo, rimanendo così occasionale e
circoscritto. E per il futuro le tinte sono fosche, spero tanto che
si potranno realizzare ancora progetti … altrimenti rischierà di
andare sprecato non solo il lavoro di anni, ma anche anni di
finanziamenti.
Accompagno gruppi in Val Maira dal
2005 e ho visto una notevole crescita dell’interesse dei
camminatori verso questi luoghi e sulla cultura e lingua occitana, tu
pensi che il modello turistico ambientale della Val Maira se esiste
un modello, sia replicabile anche in altre realtà alpine come ad
esempio le valli di lingua Franco Provenzale?
Da anni sostengo che sia necessario
creare un circolo virtuoso tra particolarità linguistiche, bellezze
artistiche, meraviglie naturalistiche e paesaggistiche e prelibatezze
gastronomiche … nemo profeta in patria..
Grazie.
Durante la festa del camminare
http://www.festadelcamminare.it/
nella giornata di domenica Maurizio presenterà con l'ausilio di
alcuni video realizzati da Chambra d'òc i suoi viaggi in Piemonte.
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